Ritrovato negli archivi storici di Bobbio, datato 1904, presenta il Santuario nelle sue vicende storiche, il monte Penice sotto l'aspetto geologico, topografico, geografico, climatico, paesaggistico, oltre alla descrizione dell'inaugurazione della statua di Cristo Redentore avvenuta il 14 ottobre 1900.
In vetta al monte Penice, sul confine tra Emilia Romagna e Lombardia, tra le province di Piacenza e Pavia, sorge il Santuario mariano dedicato al Nome di Maria.
Da sempre per l'uomo salire al monte esprime il desiderio di salire a Dio e nel contempo staccare dalle tribolazioni della vita. Il senso del pellegrinaggio in tutte le sue forme esprime proprio questa intenzione.
La possibilità di trovare un luogo accogliente, adatto alla preghiera, ricco di significati e riferimenti alla storia della salvezza aiuta oggi come nel tempo a ritrovare la dimensione della propria esistenza. Arricchiti dall'esperienza della visita al Santuario si ridiscende guardando con altra prospettiva il quotidiano in cui Dio ci chiama ad esprimere la nostra fede.
Il Penice, una delle cime più elevate dell’Appennino ligure-emiliano, raggiunge l’altezza di 1460 metri sul mare. Lo scenario che si apre al visitatore è affascinante: da un lato Bobbio, adagiata sul fondovalle, e il nastro azzurro della Trebbia, dall’atro l’arco scintillante delle Alpi; da una parte l’Appennino ligure-emiliano, dall’altra i contrafforti che scendono verso la pianura e le città che vi si stendono. Da Bobbio e da Varzi le strade salgono inizialmente tra dolci declivi disseminati di casali e piccoli nuclei; rimontano le pendici più ripide, ammantate da dense boscaglie, e giungono al Passo Penice (1149 metri). Da qui si stacca la strada che porta verso la vetta del Monte; qui vi è il Santuario dedicato al Nome di Maria. Il culto cristiano sul Monte Penice risale, verosimilmente, al secondo decennio del secolo VII.